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GIANNI DI ROSA

ARTIST STATEMENT

Adoperando medium differenti, ma collocando al centro la pittura, il lavoro di Gianni Di Rosa ruota attorno a tematiche differenti. Campi d’azione che fondano percorsi articolati dalla quale scaturiscono progetti collegati tra loro, che originano talvolta da elementi sistematicamente interrotti e dirottati verso nuove direzioni.

Elementi che provengono da stimoli diversi, mondi che nascono da tracce personali e culturali, come da

una partita di calcio degli anni Trenta, da un libro dell’Antico Testamento, dai giochi e miti dell’antica civiltà Maya, da un intervento oculistico o da un vuoto di memoria. Riferimenti dai quali fluiscono e si generano discorsi aperti su diversi livelli di pensiero, all’interno di un immaginario complesso e stratificato, dove slittamenti continui di significati si susseguono, allineandosi in un percorso di cui è possibile rintracciare l’origine.


BIO

Gianni Di Rosa nato a Modica nel 1984, vive e lavora a Milano. Si diploma all’Accademia di Belle arti di Brera Milano, con una tesi in filosofia dell’arte, con docenti relatori Giacinto Di Pietrantonio e Federico Ferrari.

 

Mostre Collettive

 

"Il Belpaese dell’arte. Etiche ed estetiche della nazione"- a cura di G. Di Pietrantonio, Gamec,

Bergamo (2011);

 

"So/stare" - Museo d’arte contemporanea Lissone (2013);

 

"Extradelicato" -, spazio Via Pantelleria, Milano (2014); Premio FAM Giovani per le Arti Visive- Fabbriche Chiaramontane di Agrigento (2014);

 

"Senza ora né rame", Festival studi, Milano (2015); Nove, Museo Riso, Palermo (2015);

"Fermata inganni", Festival studi, Milano (2017);

 

"The Hawt Show II", progetto galleria Rolando Anselmi, Colle Melona Atina (2020);

 

"Stasi Frenetica, Artissima Unplugged", a cura di Ilaria Bonacossa , GAM Galleria d’Arte Moderna, Torino (2020);

 

"About Painting" - Galleria Rolando Anselmi, Roma (2021);

 

"Trinacria", Cittadella degli Archivi, Milano  (2022);

 

"Collettiva 1", Galleria Monitor, Roma-Pereto  (2022);

 

"Personal Showcase", Galleria Rolando Anselmi, Roma  (2023); Talitha Kum, BienNolo, a cura di G. Di Pietrantonio, Milano (2023).

 

Mostre personali

"The day of triumph is a black hole" , Cabinet-Studiolo, Milano (2019);

"Le Convocazioni" - Galleria Rolando Anselmi Roma, a cura di Davide Ferri (2021);

"Window Project" - Galleria Rolando Anselmi, Berlino (2022).



The eye is never satisfied to see (l’occhio è mai sazio di vedere)

2023, olio su tela 80×61 cm

Courtesy dell’artista e Galerie Rolando Anselmi


Il titolo, The eye is never satisfied to see (l’occhio è mai sazio di vedere) riprende una

citazione del libro del Qohelet, antico testamento, in cui il significato corrisponde e

svela le intenzioni dell’opera.

[... un punto nodale coincide con lo sguardo, uno sguardo vitreo e opaco, la cui

imperturbabilità si estende a tutto il dipinto, trasformandolo in un’immagine che

guarda enigmaticamente verso lo spettatore. È quello che accade in The eye is never

satisfied to see, dove una grande maschera dorata, risultato di un’ibridazione tra

la cultura maya e quella magico-barocca siciliana, sembra irradiare il suo sguardo

protettivo in tutto lo spazio circostanze, verso lo spettatore che si trova a osservare

quel grande occhio dal basso verso l’alto].

Davide Ferri, dal testo della mostra “Le Convocazioni” 2021, galleria Rolando


Golden Ball (Totenkopf)

2024, olio su tela 52×39 cm

Courtesy dell’artista e Galerie Rolando Anselmi


Immagine ricorrente nell'iconografia dell’artista, appartenente alla serie “Golden

Ball (Totenkopf)”. La figura si riferisce al cerimoniere, addetto alla premiazione,

nell'atto di sistemare e preparare l'evento. Nelle mani sorregge una coppa, simile al

celebre premio calcistico, un pallone d’oro da cui s’intravede un teschio. La sfera si

ricollega ad un’opera precedente, “Totenkopf”, la scultura di una palla/teschio che

riprende un bassorilievo dell’antica civiltà Maya. Totenkopf (in tedesco testa di

morto), appellativo con cui si definivano i reparti delle ss, per il distintivo che

potavano sul cappello.


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