SIMONE FORTI
PH Ann-Marie Rounkle
ARTIST STATEMENT & BIO
Simone Forti (Firenze, 1935)
Simone Forti è nata a Firenze nel 1935. Vive e lavora a Los Angeles.Negli ultimi cinquant’anni è stata una delle figure principali nello sviluppo della performance contemporanea. L’artista, coreografa, danzatrice e scrittrice italo americana ha dedicato la propria pratica artistica al raggiungimento di una personale consapevolezza cinestetica, avventurandosi costantemente nell’improvvisazione e nella sperimentazione. Esplorando la relazione fra corpo e oggetto attraverso l’osservazione e lo studio degli animali, animando le notizie e ritraendo paesaggi, ha dato nuova forma ai concetti di performance e di danza. Forti emigrò dall’Italia con la sua famiglia nel 1938, trasferendosi prima in Svizzera per arrivare poi a Los Angeles, dove ha trascorso la maggior parte della sua vita.
Partecipò attivamente alla scena artistica newyorkese nel periodo in cui si affermarono la performance e la Minimal Art, e negli anni ’60 trascorse un fruttuoso periodo di studio e attività artistica presso l’Attico a Roma. Il suo lavoro è considerato come precursore del noto Judson Dance Theatre – un colletivo di artisti che ha sperimentato con la danza tra cui Trisha Brown, Steve Paxton e Yvonne Rainer – e della Minimal Art, sebbene lei preferisca essere definita semplicemente come “movement artist”.
Simone Forti è Leone d’Oro alla carriera della Biennale Danza 2023.
Forti ha lavorato con artisti come Dan Graham e Robert Whitman e compositori come Charlemagne Palestine, Peter Van Riper e La Monte Young. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato apprezzato anche da nuove generazioni di artisti che vedono nella sua sperimentazione un punto di partenza del proprio percorso artistico.
Tra le istituzioni che hanno ospitato mostre personali e performance di Simone Forti ricordiamo: Museum of Contemporary Art di Los Angeles (MOCA), Los Angeles (2023); Centro Pecci, Prato (2021); ICA Milano, Milano (2019); Kunsthaus Baselland, Basilea (2019); Moderna Museet, Stoccolma (2015); Louvre Museum, Parigi (2014); Hammer Museum, Los Angeles (2013); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2013); The High Line, New York (2012); Galleria L’Attico, Roma (2009); Getty Museum, Los Angeles (2004); Musée d’art moderne et contemporain (MAMCO), Ginevra, (2003); Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (2002); Castello di Rivoli, Torino (1999); Fundacao Serralves Museum, Porto (1999); P.S.1, New York (1983, 1977, 1976); Kunsthalle, Basilea (1979); Sonnabend Gallery, New York (1978, 1974), San Francisco Museum of Art, San Francisco (1977); Yoko Ono Studio, New York (1969, 1961); Merce Cunningham Studio, New York (1961).
Le sue opere e performance sono apparse in mostre collettive presso i seguenti musei: Museum of Modern Art (MoMA), New York (2018, 2014, 2013, 2009, 1979, 1978); Kunsthaus Zurich, Zurigo (2017); Hammer Museum, Los Angeles (2015, 2012); Centre Pompidou, Parigi (2015, 2011); Guggenheim Museum, New York (2013); Haus der Kunst, Monaco (2011); Hayward Gallery, Londra (2010); Galleria L’Attico, Roma (1972, 1969, 1968).
"News Animation. The Getty Center", video (digital transfer), durata: 10’ 14”, 2004
Courtesy the artist, THE BOX Gallery, Los Angeles e Galleria Raffaella Cortese, Milano
L’opera video "News Animation: The Getty Center" (2004), mostra le azioni di Forti sul palco, incorporando due oggetti che insieme compongono l’iconica bandiera degli Stati Uniti d’America: stelle e strisce, dipinte su pezzi di tela grezzi. Le sue parole, intervallate da movimenti rapidi e suoni onomatopeici, parlano di temi vari come l’Eufrate, il “popolo di Gilgamesh”, il giardinaggio e di come erbe quali l’origano possano essere invasive, velando sottilmente una forte presa di posizione contro le guerre.