VIRGINIA RUSSOLO
ARTIST STATEMENT & BIO
Virginia Russolo (Oderzo, 1995) vive nell’isola di Creta, Grecia. Russolo indaga come la comunicazione con il sacro sia mediata dai materiali. Cera d’api, grassi animali, seta, propoli, ambra, corna, ossa e pelli animali sono materiali ricorrenti nei suoi quadri e nelle sue sculture. Russolo cerca quello che l’antropologo Tim Ingold definisce una "corrispondenza" con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza con le quali interagire in un ampio arco di tempo. Misticismo, mitologia e un sentimento di nostalgia archeologica caratterizzano il lavoro di Russolo. Cresce in Italia, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi.
Nel 2017 consegue un BFA da The Ruskin School of Art presso l'Università di Oxford. Il suo lavoro è stato esposto presso Basel Liste 2023 (Basel), CLC gallery (Pechino), Shahin Zarinbal (Berlino), Westbund Art Fair (Shanghai), Mediterranea 19 Young Artist Biennale (San Marino), T293 Gallery (Roma), Rupert (Vilnius), Podium Gallery (Oslo), The Address Gallery (Brescia), Galleria Nicola Pedana (Caserta), Fondazione Spinola Banna (Torino), Procida Capitale della Cultura (Procida), 7th Thessaloniki Biennale (Salonicco), Modern Art Oxford (Oxford), Tate Modern (Londra), Pitt Rivers Museum of Anthropology and Ethnography (Oxford). Russolo è stata selezionata per la residenza artistica di Fondazione Spinola Banna in collaborazione con GAM a Torino (2019) e il Alternative Education Programme presso Rupert a Vilnius (2021). Nel 2023 Russolo fu Visiting Art Scholar presso l’università Shanghai Jiao Tong University a Shanghai.
Structure Bone Bread Ibis Cat II, 2020, cera d'api, oli vegetali, estratto di resina, vela nautica,
grafite, carbone su cotone, 256 x 170 cm Courtesy l'artista
Gli altari sacrificali apparentemente confinano gli artefatti in una gerarchia. Questa gerarchia
viene sovvertita nel momento in cui gli artefatti cambiano il loro stato materiale: si liquefanno e
bruciano. Immagini di mummie di animali egiziani sono custodite in tasche di cotone trattate con
cera d'api. Gli artefatti vengono elevati su strutture simili ad altari, mentre il liquido che
espellono li riconnette a una dimensione informe: carne, pelliccia o forse materiali scartati
durante il processo di mummificazione.